Il volume documenta attraverso novanta opere (trentacinque sculture e cinquantacinque tra disegni e lavori su carta) gli ultimi dieci anni di attività di Henry Moore, uno fra i maggiori scultori del Novecento, "insuperato per statura e forte di una propria assoluta autonomia" che gli ha permesso di porsi al di sopra di specifiche identificazioni con tendenze, stili e linguaggi codificati. In primo piano è ovunque la figura umaI1a, interpretata nel tempo con sempre maggiore libertà, con l'attenzione rivolta al "valore" delle masse e alla loro "presenza" formale nello spazio, fino ad approdare a una purissima, "primitiva" astrazione.