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La monografia indaga i temi più caratteristici della cifra stilistica di Vivian Maier e si apre con la serie degli autoritratti in cui il suo sguardo severo si riflette negli specchi, nelle vetrine e la sua lunga ombra invade l'obiettivo; seguono le sezioni dedicate agli scatti catturati per le strade di New York e Chicago, ai ritratti ma anche ai gesti, agli atteggiamenti e alle posture delle persone fotografate; particolare attenzione viene quindi dedicata al suo interesse per il movimento e alle sequenze cinetiche da lei realizzate, alle straordinarie fotografie a colori e, soprattutto, al tema dell'infanzia, tanto caro a Vivian Maier, che l'ha accompagnata per tutto il corso della sua vita.
Fotografa per vocazione, Vivian non esce mai di casa senza la sua Rolleiflex e scatta compulsivamente accumulando una quantità di rullini così numerosa da non riuscire a svilupparli tutti. Tra la fine degli anni novanta e i primi anni del nuovo millennio, in gravi difficoltà economiche, vede i suoi negativi andare all'asta; parte del materiale viene acquistato nel 2007 da John Maloof che, affascinato da questa misteriosa fotografa, inizia a cercare i suoi lavori dando vita a un archivio di oltre 120.000 negativi.